FERMARSI / appunti sulla vita mite di un samaritano

1. La protesta bottegaia (dal Resto del Carlino, 30 aprile - 1 maggio 1996)

Decine di negozianti, residenti, nel tratto di via Castiglione dall'incrocio con via Cartolerie fino alla porta, da mesi vivono col terrore di essere aggrediti, o almeno pesantemente disturbati, da un folto gruppo di clochard ubriachi, accompagnati spesso anche da zingari, che non si limitano a chiedere elemosine, ma fanno anche irruzione nei locali, malmenando, insultando tutti quelli che non soddisfano le loro richieste...

La zona adesso è diventata calda per una serie di insediamenti nei quali i barboni trovano alloggio e pure aiuto: dai voltoni della piazzetta del Baraccano alla chiesa dei giardini Margherita, a quella infine di San Giuseppe e Ignazio di via Castiglione, nella quale fa sentire pesantemente la sua presenza don Paolo Serrazanetti, docente di letteratura cristiana antica della facoltà di lettere e obiettivo delle accuse di chi gli attribuisce la responsabilità di favorire, col suo comportamento generoso, il dilagare del fenomeno...

A guidare la protesta è la signora Maria Laura Monzon, titolare della Piccola Bottega, ma dietro lei ci sono altri, proprietari di esercizi, residenti. Nei mesi scorsi han scritto al cardinale Biffi, chiedendo un suo intervento, e alle forze dell'ordine, ché vìgilino con maggiore attenzione sulla zona...

'E' successo sabato scorso: sono entrati / Dentro la mia bottega, erano in sei / Stavolta c'erano anche degli zingari. / Hanno buttato in terra tutto: stoffe, soprammobili / Puntavano alla cassa, li ho respinti / Poi ho chiamato il 113, è arrivata / Una pattuglia che li ha identificati però io / Non sono stata in grado di capire / Di stabilire se nella confusione / Avessero rubato qualche cosa. / Ma questo è solo un esempio / Di tante situazioni imbarazzanti / E di paura, sì: paura, una paura / Che coinvolge la maggior parte di noi / Dei negozianti / Che hanno i negozi sotto i portici, c'è stata / Anche qualche aggressione / Insomma il clima / Che si respira in questa strada è di terrore!'

I negozianti hanno faticato a lungo per realizzare esercizi accoglienti, al passo con le richieste dei clienti, ma ora si trovano quotidianamente in lotta, con i barboni che infastidiscono la gente, e che ammorbano con i loro escrementi i portici di via Castiglione, le vetrine...

A parte il Baraccano e le due chiese citate, che attirano i senzatetto e anche gli zingari, in via Rialto ci sono degli uffici della Caritas e ciò contribuisce a far convergere verso via Castiglione anche diseredati forestieri, provenienti da altri quartieri...

Le vittime di questo urbano paradosso non hanno dubbi: tutto nasce dalla generosità di don Paolo Serra Zanetti. Molti sono convinti che se il prete chiudesse il suo cordone della borsa ed elargisse solo benedizioni il problema si risolverebbe da solo, e i clochard cambierebbero zona, alla ricerca di un nuovo benefattore...

La situazione si fa più pesante di sera e di domenica, sia perché col calar delle tenebre, i portici poco illuminati favoriscono le azioni di disturbo dei barboni, sia perché, nei giorni di festa, la corsa verso la chiesa vicina si fa per forza di cose più pressante...

'Non è certo regalando del denaro / Che si risolvono i problemi di 'sta gente. / Anche perché il più delle volte / Quelle poche migliaia di lire / Finiscono tutte in vino, in birra: in alcool / E l'unico riflesso poi tangibile / Della generosità di don Paolo / Sono i disagi che stiamo subendo / Ma che adesso / Non intendiamo ulteriormente tollerare!'

I negozianti sono tutti compatti, per affrontare sul campo barboni e zingari che hanno preso di mira via Castiglione. E non si fermano all'esposto, presentato con tanto di firme, fatto arrivare alle forze dell'ordine, né alla lettera già inviata al Cardinale, per protestare contro le scelte etiche di don Paolo Serrazanetti, no, adesso la protesta viene fuori, corre di bocca i bocca finché i portici di via Castiglione si animano, quando la gente capisce che si può gridare pubblicamente la rabbia, il disappunto, per un fenomeno che mai fino ad ora aveva toccato questa zona tranquilla...

'Tre mesi fa mio zio era solo in negozio. / E' entrato uno, ubriaco / T'ammazzo t'ammazzo gli ha gridato / Lo ha aggredito, lo ha chiuso a chiave in una stanza / Poi è scappato con l'incasso. / In strada, fuori, nessuno se n'è accorto / E quando è stato dato l'allarme / Dell'aggressore non c'erano tracce...'

'No, io per fortuna violenze non ne ho avute / Però certo i riflessi negativi / Della presenza di questa 'strana umanità' sì, li ho sentiti / Sì, li sento anch'io. / Stan lì seduti comodamente sui gradini / Dei negozi, sdraiati, ubriachi / Dentro i portoni socchiusi dei palazzi / Questi barboni sì, scoraggiano la clientela / Che tira dritto, non si ferma più / Davanti alle vetrine / Che son l'immagine della nostra attività. / No, no, si deve intervenire con fermezza.'

'Non esistono strutture preposte, va bene? / All'accoglienza, all'inserimento di 'sta gente / Un pasto caldo e un pugno di monete / Non possono mica risolvere il problema / Dell'integrazione di queste persone / Dentro la società. Più che elemosina, così / Fine a se stessa / Sarebbe meglio offrire del lavoro / Così poi da distinguere / Chi è alla ricerca di una soluzione, anche minima / Da chi invece ha deciso di vivere / Una vita di espedienti / Di abbandonarsi all'alcolismo più sfrenato...'

Abbiamo chiesto al coordinatore del Centro d'Accoglienza di via Rialto che cosa pensa di queste proteste. Ascoltiamolo:

' Provo stupore, indignazione / Come coordinatore del centro d'accoglienza / Per essere stato tirato in ballo dalle proteste / Riguardo a cose con cui il nostro centro / Non ha assolutamente alcun legame / Il centro poi sta all'inizio della strada / Quindi tra l'altro anche piuttosto lontano / Dalla zona dove si sono svolte le violenze / E poi si tratta di un luogo di ascolto / Non di accoglienza / Gli immigrati, e non barboni o sbandati / Vengono a esporre i loro problemi / E noi li indirizziamo / Verso strutture / Che possono aiutarli / Ma non si fermano qui a lungo / E comunque la cosa più importante / E' che queste persone / Non hanno mai causato alcun problema / Lo possono testimoniare gli abitanti / Nessuno ha mai chiamato la polizia / Nessuno si è lamentato per il disturbo / La cosa che più ci dispiace / E' di essere stati coinvolti, pur indirettamente / In episodi di disturbo alla città / Noi svolgiamo un'azione di servizio alla città: / Con le nostre strutture / Aiutiamo le persone a inserirsi / O a reinserirsi nella vita sociale / Insomma non favoriamo l'accattonaggio / Noi / E non facciamo dell'assistenzialismo / Ma della vera, concreta assistenza / A vantaggio dei più sfortunati / E quindi di tutti...'

Ed ecco che cosa ci ha detto l'Assessore alle Politiche Sociali:

Assessore ma è possibile che un'intera strada sia lasciata a fronteggiare da sola le intemperanze, i soprusi di un gruppo di clochard? Prima di tutto distinguerei gli eventuali episodi di tipo malavitoso / Che ricadono sotto competenze precise e hanno un loro percorso / Da quelli che sono invece gli aspetti sociali. Va bene, distinguiamo, sugli aspetti sociali che cosa ha da dire l'assessore? / Che della parrocchia in questione penso solo bene / Queste agenzie pubbliche sociali / Fanno solo quello che è utile alla città. Utile in che senso? Grazie alla loro attività / Cioè provvedendo ai senza tetto e ai loro bisogni / Rendono la città più libera / Senza questo tipo di intervento / I barboni sarebbero tutti per strada / Lei lo sa quanti sono? No, quanti sono? A Bologna sono più di settecento / Pensi se fossero tutti in giro! / Invece la percezione comune / E' che non siano più di quaranta cinquanta / Queste agenzie / Fanno una grande compensazione / Danno a queste persone / Un posto dove dormire, lavarsi, mangiare / Creando però punti di forte concentrazione di clochard! / Guardi che anche senza interventi del genere / I barboni li avremmo lo stesso / Soltanto sarebbero ancora più abbandonati / No, no, più situazioni come queste ci sono / Meno situazioni di disagio si verificano / E questo, ripeto, nell'interesse di tutti. / Assessore, mi perdoni ma quello che accade in via Castiglione non conferma questo quadro di 'contenimento' del problema che lei sta tracciando? / Io fino a oggi su Via Castiglione / Non ho avuto nessuna segnalazione / Non dico che non ce ne siano state, stiamo verificando / Con i vigili urbani / Comunque è vero: un'azione efficace di sostegno ai barboni / Può produrre degli addensamenti / In certe zone particolari della città / E che cosa può fare l'assessorato alle politiche sociali per risolvere il problema? / Sto andando in via Castiglione / Voglio farmi un'idea / Parlerò coi barboni, i commercianti / Telefonerò a Serrazanetti / Alla Caritas / Parlandone insieme / Si trovano delle metodologie / Per esempio? / Beh se c'è troppo addensamento / Forse basterebbe / Scaglionare gli orari di ricevimento!

2. Il samaritano (Da un'intervista di Ivan Illich alla Radio Canadese, 1996)

'Una trentina di anni fa cominciai a studiare i sermoni, dal terzo secolo fino al diciannovesimo, che trattavano dell'episodio del Buon Samaritano. E scoprii che la maggior parte dei predicatori, quando commentano quel passaggio, lo commentano per mostrare come dobbiamo comportarci verso il nostro prossimo. Ma in effetti questo è l'opposto di quello che Gesù, che raccontò la storia del Samaritano, voleva sottolineare. I farisei vengono a chiedergli: maestro, dicci: chi è il mio prossimo? Non gli hanno chiesto come comportarsi con il prossimo, gli hanno fatto, a bruciapelo, la domanda: chi è la persona che tu chiami 'prossimo'? E lui raccontò loro una storia: un uomo stava andando giù a Gerico, incappò nei briganti, fu picchiato e lasciato lì ferito. Un insegnante passa e va oltre, un prete passa e va oltre, lo vede e continua a camminare, e poi arriva questo straniero, questo estraneo, il nemico tradizionale, e si gira verso di lui, è un girarsi interiore, e lo tira su, lo prende in braccio, e lo porta al sicuro, così Gesù risponde: il mio prossimo è la persona che io decido sia il mio prossimo, non quella che sono obbligato a scegliere, non c'è nessuna possibilità di categorizzare, chi deve essere il mio prossimo.
Questa dottrina su chi è il mio prossimo, che questo signore, Gesù, porta nella conversazione, è completamente distruttiva rispetto all'ordinaria decenza, al comportamento etico comune, e ancora oggi è sorprendente come lo era allora. Il maestro disse loro: chi è il tuo prossimo non è qualcosa di determinato dalla tua nascita, dalla tua condizione, dalla lingua che parli, dal popolo di cui fai parte, dall'ethnos, che vuol dire il modo di vivere che ti è diventato proprio, ma dipende da te, tu puoi riconoscere l'altro uomo anche se è fuori dai tuoi confini culturali, è straniero linguisticamente, quello che, per provvidenza o per puro caso, vedi tu, sta lì sdraiato sull'erba lungo la via che stai percorrendo, e puoi creare la forma suprema di relazione, che non è data, una volta per tutte, dalla creazione, ma creata da te.'

'C'è un modo diverso di conoscere, rispetto a quello che è basato sulla mia esperienza centrale e sulle risorse della mia intelligenza: è quello di prendere per certa la parola di qualcun'altro, di cui io mi fido. E' un far sì che la conoscenza basata sulla fiducia sia per me più fondamentale di tutto quel che posso conoscere con la ragione. Ma certo questa è una possibilità quando io credo nell'esistenza della parola di Dio che mi raggiunge, e credo che il tu di cui mi fido è Dio, non tu. Ma questo contagia la mia relazione con te, e mi fa ambire a guardare in faccia le persone con la volontà di prenderle per quel che rivelano di se stesse, non per quello che io so di loro. E questo è difficile da discutere dopo cento anni di Interpretazione dei Sogni...L'assunzione psicoanalitica che io posso aiutarti a scoprire qualcosa di te, comprendendoti in modo più perfetto di quanto tu stesso possa fare, inevitabilmente colora, in forme affascinanti, di alto livello, o in forme molto degradate, trivializzate, la maggior parte delle nostre relazioni ormai. Una delle novità che viene da Lui, che disse vengo per fare nuova ogni cosa, è esattamente quella di trattare l'altro con la volontà di accettarlo per quello che mi dice di sé, perché solo in questo modo posso essere sorpreso da lui, togliendo via la prevedibilità dal viso dell'altro.'

3. Sermoni interrotti (dagli Appunti di Omelie di don Paolo Serra Zanetti)

3.1 Misericordia

Misericordia, misèreor cordis: ho pietà / Di cuore, il mio cuore ha pietà / La tua miseria mi tocca fin nel cuore / Il cuore è il centro, il punto / Delle mie scelte decisive / Forse alla nostra sensibilità linguistica non garba / Dire queste parole: pietà, misericordia...
La misericordia è imparare un certo tipo di attenzione / Delicatissima / Misericordia è essere sempre più attenti / Alla fatica dell'altro / Al bisogno dell'altro / All'incapacità dell'altro / Paolo dice che non importano né i riti né le usanze / Non conta la circoncisione né la non circoncisione / L'importante è essere una creatura nuova / Non ci si può cullare più / In abitudini acquisite / Bisogna decidere / Bisogna prendere posizione...
La misericordia è una fedeltà viscerale / Che prende fino in fondo / Si manifesta / Dentro le cose piccole / Nell'essere attenti a chi conta di meno / Alle vicende più faticose / Sono dei piccoli gesti di mitezza / Di pazienza, di fedeltà / Ci sono quelle certe persone, quella certa fatica / Si impara a non condannare / A non giudicare / Vale la pena di fare così / Perché uno comincia a essere preso / Dalla novità del regno, è importante / Segnalare qualche cosa di diverso dal dare-avere...
L'Agnello immolato si dice qui / Ci insegna a essere misericordiosi / Si va verso la donazione di sé, nella pace, senza angustia...
Chiediamo di poterci aiutare concretamente / Fraternamente / A capire di più / A cogliere più da vicino, più profondamente / Cosa vuol dire / Essere servo di tutti / L'ultimo di tutti in modo vero, semplice / Senza vanteria, senza gonfiature...
Io voglio che questa parola mi prenda / Questa parola è un dono che trasforma / Una sapienza pacifica, mite / Questa parola per me ha un sapore libero, liberante / Noi non dobbiamo sentirci gravati / Da pesi che ci immobilizzano, no / Cominciamo / Ripartiamo / E' importante che mi decida / E torni a decidermi / E' tutta qui la nostra esistenza / Prendiamo un po' di coraggio anche oggi...
E' possibile / Trovare un allegria segreta / Ma reale / Un popolo di poveri ritrova una fiducia immensa / Una forza creativa, costruttiva, semplice, efficace / Il vangelo di Luca ci parla di un'attenzione ai poveri / Attenzione / Alle difficoltà del prossimo / Bisogna fare qualcosa che abbia un senso in questa direzione / Sennò la gioia non viene...
Che Dio ci aiuti ad essere realisti / A non avere un atteggiamento sfuggente / Che Dio ci aiuti a far qualcosa di vicino / Di prossimo, di immediato, di concreto / Che Dio ci aiuti a fare un po' meglio / A recuperare qualcosa / Di una gioia promessa, vera / Anche nei giorni difficili / Anche quando c'è nebbia / E' ridicolo / E' vero / Ridicolo / Sì / Le cose di Dio lì per lì sembrano ridicole / Eppure / Singole persone sono continuamente risollevate / E con quanta delicatezza / Questo ci dà un coraggio ritrovato / Una gioia semplice, povera / Ma infrangibile / Alziamoci, alziamo la testa!

3.2 Povertà

La Chiesa / Ha qualcosa da fare: versare olio e balsamo / la Chiesa deve essere povera / Non può contare su dei mezzi propri / Vabbè vabbè! / Basta la grazia di Dio!
La Chiesa deve annunciare con coraggio, un coraggio / Sproporzionato alla sua consistenza numerica / Sì ma le strutture! / Servono per le persone / Le strutture! / Non devono essere una macchina, che chiude, che imbriglia, che pesa / Il proposito dei singoli non basta / Però è importante che ci siano dei segnali / Di una vita diversa / Ci son dei fatti strutturali da cambiare! / Ma c'è qualcosa che posso fare subito: se il mio stile di vita / E' segnato dallo spirito del Vangelo / Allora io / Metto le doti al servizio dell'altro / Le doti / Le doti, sì: il mio tempo, la salute, il denaro / Sono doti perché qualcuno ne possa avere / Non ci si vanta delle proprie doti, no? Si usano / La nostra vita ha senso se è donata / Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo / Se invece muore produce molto frutto / Consumandosi / Si fa quello che ha senso

La superiorità / Dentro i rapporti umani / Pesa / E' un rischio minaccioso / A volte l'oppresso sembra proprio l'oppresso e basta / Dobbiamo imparare, chiedere di capire / In che modo / Metterci più veracemente vicino al povero / Maestro buono che cos'è che devo fare / Per ottenere anch'io la vita eterna? / Vendi quello che hai, dai tutto ai poveri / Poi seguimi, è un invito stringente /A tutti quelli che seguono Gesù / A fare scelte in questa direzione, è importante / Che nella chiesa ci sia chi lascia tutto, è un impegno / Che prende tutta la chiesa / Senza farci illusioni / Che con le nostre ricchezze / Possiamo stare tranquilli, non possiamo / Io non posso sentirmi tranquillo / Davanti alla parola di Dio / Che mi sblocca, mi smuove / Da certe mie tendenze / A farmi i fatti miei / E' importante / Fare qualcosa che abbia il sapore della guarigione / E' importante / Che nella nostra vita qualche cosa / Abbia il gusto creativo dell'amore

Voi non potete servire a Dio e a Mammona / Mammona è un idolo, mammona / E' la ricchezza / Qualche cosa che affascina talmente / Da avere anche Mammona un suo culto / Che coinvolge la persona, la prende / Alla radice / Mammona è qualche cosa di consistente / Qualcosa in cui uno può mettere / La propria fiducia / Si rischia di diventare degli schiavi / Dei servi del proprio stesso potere / Mammona è definito qui ricchezza ingiusta / Anche se io non faccio nulla per frodare / E' facile commettere ingiustizie / Se ho una casa grande / E altri non sanno dove andare a dormire / Per cercare la verità di Dio non ci vuole pigrizia / L'amore è la suprema verità / Che ci sia dato di avere un po' di coraggio / Che ci sia tolta l'ansia / Di accumulare del denaro, delle cose / Che ci sia dato il gusto di condividere / Chiediamo di credere più seriamente a questo amore / Per far intravedere qualche cosa / Di questo amore che ci ha toccato / Ci ha preso / Speriamo di avere un cuore umile / Ripartiamo / Con un animo da poveri / Una speranza di libertà / Un po' di gioia / Il vangelo è umiltà che vince

UN CRISTIANO / don giovanni fornasini a monte sole

opera a voci

1.

Sto scavando un rifugio, un rifugio don giovanni? sì, un rifugio, dio santissimo aiutaci, vai su, che adesso arrivo anch'io, c'è la famiglia di bologna, han dei vestiti, dei cappotti, e il pane? è già arrivato il pane? ce l'ho qui, fammi vedere, no, non basta, manda a dire a raffaele che domani, ne ha da portar di più, che adesso siamo il doppio qua, buongiornocercavo il parroco di stanganaro? sono ioperò le stanghe del carretto le ho appoggiate, sono a riposo per un'ora, e scavi un buco? se bombardano? vieni valà che ho da parlarti, andiamo

Cos'è la carità giovanni, dimmi, lo chiedi a me? leggi il vangelo, c'è scritto, volere il bene di qualcuno, materiale, spirituale, darglielo, esser contenti con lui, piangere assieme a lui le sue disgrazie, è questo? è questo, è difficile, ti ho portato la camera d'aria don giovanni, grazie, lasciala lì, vai su che han fatto da mangiare, arrivo anch'io

Cuore di cristo fornace d'amore, scalda anche me, fai che io arda e questo fuoco sia, luce per il mio gregge, fai del mio volto il tuo, ch'io sia il pastore, che porta il gregge a pascolare su, su, su, più su, ai prati dell'amore, se continuano a arrivarne così tanti, dalla città, dov'è che li mettiamo? mi hai portato il dizionario di tedesco? l'ho messo su, ti ringrazio, cos'è stato? uno scoppio, andiamo fuori, bombardano, è lama, stan bombardando lama, dove vai? vado a vedere se han bisogno, aspetta, arrivo subito, giovanni, aspetta almeno che finisca, tempo che arrivo hanno finito, tu vai su, mi fai morire

Qua, qua, voi col piccone, qua, scavate qua, fate una fila ragazzi, così, vai a bagnare i fazzoletti, erano a pranzo, anche noi, ci siam buttati sotto al tavolo, le pale, portale qua, non vedo niente, scava, ho sentito chiamare, scava qua, don giovanni cosa ci fai tu qui, c'è qualcheduno dei tuoi qua sotto? tutti, son tutti miei qua sotto, tutti, tutti miei

Se tu almeno conoscessi mia città, quello che serve alla tua pace, ma questo adesso è nascosto ai tuoi occhi, così verranno per te dei giorni in cui, i tuoi nemici ti circonderanno, scaveranno trincee, ti assedieranno, ti stringeranno da ogni parte, distruggeranno te, i tuoi figli, tutto, non lasceran di te pietra su pietra, non stancarti così tanto don giovanni, chi si stanca? da sperticano a vedegheto tutti i giorni, ci ho la bici, guarda che ti rovini, ma va là, dio non domanda così tanto, di più, dio domanda di più don amedeo, molto di più

Ja ja aber kain partizane, ik kenne si kapitan, ik bin der farrer, kain partizane hir, qui non ci sono partigiani capitano, venite, komm bitte, komm, qui sono tutti contadini, non credete? io vado avanti e voi dietro, son tutte case abbandonate, leere haus kapitan, nessuno, nimand, quelli che avete preso stamattina, è tutta povera gente, frauen, bauer, sono innocenti kapitan, unsciuldig, ik kenne si, venite, controllate, kein partizan avete visto? weiter, andiamo avanti, dove volete voi, andiamo anche ai casali di sopra, dove volete kapitan, io ve l'ho detto, non c'è nessuno, visto? la gente che avete portato via coi camion è innocente, unsciuldig kapitan, avete visto, adesso fateli tornare kapitan, hanno famiglia, come voi kapitan, siamo cristiani, wir alle kristen kapitan, doice, italiener, alle

Vieni con me, ma sei matto? son senza documenti, stai tranquillo, ci ho qui un papier che nessuno ti tocca, prendi una scala, no, quella di legno, dobbiamo usarla da barella, anche una corda, di quelle spesse, sì, e dì a maria che ci porti un lenzuolo, uno vecchio, che non le serve più, coraggio, andiamo, guten morgen soldaten, ik muss der tot zu grab, zu kirke bringen, bin der farrer, don giovanni fornasini, ir kennen mik, der sperticano farrer, hir das papier, ja, danke, vieni, ci fan passare, hai visto, dev'essere quaggiù nella scarpata, ieri ha cercato di scappare, eccolo là, miserere mei, deus, secundum magnam misericordiam tuam, dele iniquitatem meam, amplius lava me ab iniquitate, et a peccato meo munda me, deus, aiutami a sdraiarlo sul lenzuolo, così, porta la scala, al tre glielo appoggiamo, vai, uno due tre, ego cognosco iniquitatem meam, peccatum meum est semper contra me, asperge me hyssopo et mundàbor, lavabis me, et super nivem dealbàbor, audìtui meo dabis gaudium et laetitiam, et exultabunt ossa humiliata, adesso leghiamolo stretto, che a tornar su l'hai vista com'è ripida, requiem aeternam dona ei domine, et lux perpetua luceat ei, et amen

Li han liberati, sono tornati tutti, dovete ringraziare il vostro preteci hanno detto, è dio che dovete ringraziare mica me, piuttosto ascolta: di questi che tornano, molti han le case bruciate, han perso tutto, bisogna dar delle coperte, dei vestiti, allungarli lassù, stasera, adesso, un po' di cose ci sono anche qui, due o tre famiglie falle passar di qui, ma bisogna che diano i parrocchiani, poi la roba la allunghiamo su noi, io con la bici faccio due giri al giorno, un pacco in più mi costa niente, e padre lino, nicola, anche loro fanno su e giù se c'è bisogno, c'è da aiutare questa gente, dai la voce, poi lo dirò anche domenica in chiesa, però bisogna che qualcosa arrivi prima, adesso, subito, capito?

Che pace queste montagne stasera, com'è dolce la salita, non la sento, e com'è lieve lo sforzo sul pedale, come mi costa poco adesso, ah! poter essere una lepre, uno scoiattolo, vivere dentro il silenzio del bosco, essere prete non è una via di mezzo, esige santità, promette gioia, l'hai scritto tu giovanni, ti ricordi? sì, però lepre, scoiattolo, albero, don giovanni sei qui, sei arrivato, don amedeo che gioia rivederti, anche per me, son stati giorni tremendi, ho saputo, che hai fatto meraviglie, giù al comando, vieni a bere un bicchiere, su, racconta, don amedeo confessami, prega, che dio mi aiuti ad esser servo, sempre, suo servo e basta, intercedi per me, non ti sei forse buttato per terra, la mattina della tua ordinazione, là, sotto il peso della tua indegnità, verso l'altare che t'aspetta, lì davanti? alzati don giovanni, adesso mangia, bevi qualcosa, vieni, che bellezza, la bicicletta in discesa, le mie gambe, adesso si riposano, son molli, è questo il tuo esser lepre, esser scoiattolo, queste discese sulla bicicletta, con la luna, chi ti vedesse dall'alto, dal cielo: una formica, ancora meno, un puntino, avanti indrè come una biglia, un sassolino, lo zelo per la tua casa mi consuma

Hanno messo una bomba in galleria, trai carri-botte, l'hai sentito? ero lontano, torno adesso da montàsico, ho da parlarvi, lo so io cos'è successo, è stato zecchi, il cantoniere, sono tre giorni che va dentro di nascosto, prende benzina dalle botti che perdono, anche ieri l'ho visto, glie'ho detto: primo guarda che se ti vedono sei fritto, e chi vuoi che mi veda m'ha risposto, l'hanno portato a bologna, è quasi morto, quasi tutto bruciato, però è vivo, ho da parlare con don giovanni, sono qui, i tedeschi ne hanno già presi diciotto, pensano che sia stata la brigata, non è vero, vaglielo a dire a loro, piano, piano

Primo, c'è il parroco di sperticano, primo svegliati, sono venuto a trovarti primo, ascolta, bisogna che racconti com'è andata: cos'è successo dentro la galleria? una ventina ne hanno presi primo, se non vien fuori la verità finisce male, basta che dici com'è andata primo, la verità, bisogna che si sappia, ci sono qua con me dei testimoni, primo la verità, soltanto questo

Kapitan ik muss spreken, der zug, es war ain unfall kapitan, kain aktetat, der banwarter, primo zecchi, er hat bekennt, ik abe zoige, er immer benzin stel, und gestern: bum! ain grosse foier, war ain unfall, zecchi, er hat bekennt, in krankenhaus, hier sind di zoige, un hier ist das bekentnis, lesen bitte, es war ain feler, misversteen kapitan

Vengo anche a nome degli altri don giovanni, per dirti grazie e per chiederti, come possiamo sdebitarci, tu non hai proprio nessun debito con me, proprio nessuno, vieni domenica a messa, preghiamo insieme dio perché ci aiuti, se ci hai un debito è con lui mica con me

La fontana dell'amore, quell'acqua, da dove viene, da dov'è che la sgorga? se ci badate potete sentirlo: viene da un posto nascosto, dal cuore, da un cuore che però è rimasto semplice, che non cerca il rumore del mondo, non sappia la tua mano destra mai, quello che fa la tua sinistra, è nel vangelo, che poi è un po' come quando vi dico, fa dal bein, sé mo fal d'arpiaat, ecco l'amore di dio: nascosto, vero, e questa fonte, posson trovarla tutti, ecco perché dobbiamo amare tutti, anche i nemici, perché anche loro prendano acqua a questa fonte, e di sicuro già lo fanno, di sicuro, magari non con noi però lo fanno, e la fontana più la scorre e più vuol scorrere, è un'acqua limpida, pulita, e scorre via: da me verso di te, poi da te a lui, da lui a lei, così, per sempre, amen, allora: confessarvi uno alla volta non ci riesco, questa domenica siete venuti in tanti, come facciamo? io direi così: prima di far la comunione, ci confessiamo tutti assieme, così, ci mettiamo in ginocchio, e nel silenzio ognuno chiede perdono, davanti a dio dei suoi peccati, e poi vi assolvo

(silenzio)

Misereàtur vestri omnìpotens deus, et dimìssis peccatis vestris, perdùcat vos ad vitam aeternam, amen, che è successo? dominus noster jesus christus vos absolvat, auctoritate ipsìus ego vos absolvo, in nomine patris, et filii, et spiritus sancti, amen, andiamo

Hanno ammazzato il commissario, a marzabotto, ne hanno già uccisi due per rappresaglia, e i tedeschi ne hanno messi dentro trenta, da qui alle sei di stasera li ammazzano, ecco vi mando come pecore trai lupi, kapitan, ho da parlarvi, ascoltate: i preti sono soli, non han figli, i preti sono di nessuno: morire, fa parte del mestiere, è mica come per gli altri kapitan, neme mik kapitan, ja, tote mik, dise loite aben familie, frauen, kinder, prendete me al loro posto kapitan, sind sie verrückt? sie spielen mit dem feuer! no, io non scherzo kapitan, lo giuro, ich weiss das wohl, sie werden bald erhört!

Cosa gli hai detto, ne han liberati venti, li hanno mandati alla todt, a bologna, e gli altri dieci, i più giovani? per loro non s'è potuto fare niente, se insistevo neanche quei venti mi davano, il capitano mi ha guardato come dire: prendi questi e sparisci prete, raus, angelo ascolta, una cosa importante, dobbiamo vendere le mucche, almeno tre, entro domenica, subito, non mi è rimasto quasi niente, vai, chiedi un po' in giro e poi vienimi a dire, tu rischi troppo don giovanni, ma lo sai: se qualcuno ti fa correre un miglio, tu vai con lui per altri due, lo so, ma stai rischiando troppo, lo capisci? fai testamento almeno, testamento?

Nel nome di gesù cristo io giovanni, chiedo perdono a tutti dei difetti, delle mancanze e dio non voglia degli scandali, che pur involontariamente avessi dato, mi affido a cristo, alla sua misericordia, e chiedo a maria madre questa grazia: perseverare nel bene fino in fondo, ciao don ubaldo caro eccoti qua, niente di meno che il mio testamento, te ne dò copia che non si sa mai, di questi tempi cosa può capitare, ma confidiamo in dio, ti abbraccio, tuo, don giovanni

Gabriele, don giovanni, ho da parlarti, cosa c'è? ci ho tre soldati inglesi a medelana, nel bosco, da ieri li stan cercando, ho da spostarli, se riuscissero a passare il fronte qua da te, gli americani sono a un tiro di schioppo, cosa dici? stasera chiedo, torna qui domani

Dove vai? arrivarono sua madre e i suoi fratelli, non rispondi? ma per via della folla non entravano, giovanni però così mi fai morire, qualcuno allora disse: c'è tua madre, pensa anche a te, anche a me, ci sono i tuoi fratelli, perché non mi rispondi? ma lui disse: mia madre e i miei fratelli sono quelli, che ascoltano la parola e poi la fanno

Vieni don gabriele, siam d'accordo, li porti qui stanotte, alle due e mezza, andate dietro al cimitero, c'è una siepe, da lì parte un sentiero, lo vedete, prendetelo e cominciate a salir su, finché comincia il bosco, io son là, però ci vuole una parola d'ordine, lo so, pensavo: christmas, perché christmas? perché a natale sarà tutto finito

2.

Ho saputo che ci sarà un rastrellamento, se ne dicono tante, l'han detto a don luigi, lui è là, ma se i tedeschi stanno andando via, lo vedi no? smontano tutto, stan scappando, a me l'han dato per sicuro: avverti lupo, gli americani sono già a loiano, avverti lupo, ma sì che glielo dico, stai tranquillo

Hanno sparato a un tedesco, dove? qua, qua dove? al casetto, un'ora fa, stavano andando a prosciutti e gli han sparato, l'hanno ucciso? sembra di no, solo ferito, è lo stesso, bisogna andare al comando, adesso, subito, voi chiudetevi dentro che io arrivo, jesu fili dei vivi miserere nobis, jesu sol justitiae miserere nobis, jesu potentissime miserere nobis, jesu patientissime miserere nobis, jesu mitis et humilis corde miserere nobis, jesu pater pauperum miserere nobis, jesu bone pàstor miserere nobis, jesu sapientia eterna miserere nobis, jesu bònitas infinita miserere nobis, jesu via et vita nostra miserere nobis, don giovanni, sei tornato, com'è andata? allora, ascolta: dobbiam portare due maiali, una decina di galline, anche di più, tre damigiane di quel nero, tutto giù a pian di venola, al comando, domattina alle otto, le due galline le prendi adesso, le cuoci già stasera, vanno portate giù già cotte per il pranzo, il resto entro due giorni, siam d'accordo: domani le galline e tutto il vino, postdomani anche il maiale col carretto, cos'han detto? che il paese non lo bruciano, se gli portiamo la roba non lo bruciano, gli ho dato anche dei soldi, e il capitano? col capitano ci ho parlato un minuto, non mi ha quasi guardato, stan partendo, vanno via don giovanni, fosse vero!

Sono saliti i tedeschi su a casaglia, da stamattina, sparano, c'è fumo, stanno bruciando le stalle, è odor di legna, di animali, a maggio han fatto poco e niente, e su li aspettano, ma stan sparando troppo, troppo fumo, con questa nebbia non si vede niente, sta succedendo qualcosa, andate dentro, cosa sarà per voi quel giorno? sarà buio, come chi scappa da un leone e incontra un orso, poi entra in casa, s'appoggia contro il muro, e una serpe lo morde, sarà buio, senza splendore più, quel giorno, buio, andrà giù il sole a mezzogiorno ed io, oscurerò la terra già al mattino, trasformerò le vostre feste in funerali, e le canzoni che cantate in lamenti, han preso mio marito don giovanni, a pioppe, ne han presi tanti: un centinaio, stai tranquilla, adesso prendo la bicicletta, vado subito

E se da qui ti prendesse la mitraglia? avanti prete! e se mentre pedali, con le ultime forze, avanti prete! la mitraglia ti spingesse dentro il fosso, avanti prete! dio mio che odor di fumo, che cos'è, che sta bruciando? vai avanti prete! se almeno un po' si alzasse questa nebbia, poter vedere i roghi, i morti, dio! e dammi un po'di luce, solo questo, ancora un po' di luce, avanti prete!

Padre basilio cos'è successo? don giovanni, hanno riempito la chiesa, a pioppe, andiamo, hai saputo della creda? sì, ma è vero? qualcuno l'ha scampata, ha visto tutto, adesso è nascosto a salvaro, non parla, non fa altro che piangere, e di ubaldo, di ferdinando sai qualcosa? solo voci giovanni però brutte, anche di lupo non si sa più niente, ci aiuti dio giovanni, vien giù tutto, bisogna andare al comando, adesso, subito, fare qualcosa per quelli di pioppe, sali, no, andiamo a piedi, che ci vedano, che qua è capace che non si arriva vivi, se dio vorrà basilio ci arriviamo

Wo sind die partisanen? schweigen sie? ihr morgen: totgeschlagen wenn nicht sprechen! il capitano mi aveva personalmente assicurato, che non sarebbe successo niente ai bambini, alle donne, agli inabili, jetzt bin ich der capitano hier, mein kleiner pfarrer, perché ci han messo qui, cosa vuol dire? perché non insieme agli altri, cosa vedi? niente, no aspetta, sì, li stan spostando, stan separando i vecchi dai più giovani, preghiamo insieme basilio, pater noster, qui in caelis est, sanctificetur nomen tuum, regnum tuum veniat, et fiat voluntas tua, sicut in caelo et in terra, che fai qui? son venuta a cercarti don giovanni, torna a casa, ci han liberati adesso, un'ora fa, a pioppe ne tengon chiusi ancora tanti: cinquanta, gli altri li hanno portati via, non si sa dove, stavolta non lo so come finisce, anche da noi, al castellino brucia tutto, e la chiesa? hanno piazzato le mitraglie sulla piazza, e poi? son anche entrati ma non han fatto niente, la mamma? sta in pensiero per te lo sai, ascolta, voi state in casa, chiuse dentro, capito? e non suonate le campane, chiaro? io adesso vado a bologna, devo chiedere un permesso, un documento, per continuare a andare in giro, quello vecchio, non vale più, ci vuol nuovo, appena me lo danno torno indietro, domani, martedì al massimo, hai capito? dì alla mamma che mi hai visto e che sto bene

Fanno il deserto e lo chiamano ordine, il cimitero e lo chiamano pace, ti fanno stare zitto e poi lo chiamano: silenzio unanime, eppure non c'è esplosione, né motore, che possa vincere quella forza misteriosa, incontrollabile, che dio ha rinchiuso in un pugno di lievito

Sei già tornato giovanni, grazie a dio! non mi han dato la carta, ma sei vivo, ho saputo di pioppe, te l'han detto? ho già chiamato padre lino, sta arrivando, per seppellirli, prenderemo il carretto, ma come fai a passare? non c'è il ponte, l'hanno fatto saltare ieri notte, e di ubaldo, di ferdinando si sa niente? c'è chi dice una cosa, chi un'altra, quelli che sono scesi non risalgono, e salire non si può, c'è ancora fumo, e si sente sparare, i nostri morti quanti sono? venti, dove? sedici a roncadelle e quattro qua, qua dove? qua, davanti alla chiesa, è stato ieri, chi sono? la bettini e il bambino, gaudenzio, e tommasina e suo figlio, pietro, sì, pietro, e tuo marito? è nel bosco, gli abbiamo aperto la botola stanotte

Miserere mei, deus, secundum magnam misericordiam tuam, dele iniquitatem meam, amplius lava me ab iniquitate, et a peccato meo munda me, deus, i bambini, i bambini andrebbero seppelliti da una parte, non nella fossa con gli adulti: non possiamo, e andrebbero suonate le campane però a festa: non possiamo, allora abbiamo composto per loro, queste corone con la menta, la melissa, che sono il segno della loro purezza, che hanno il profumo della loro innocenza, e abbiamo avvolto i loro corpi con amore, dentro lenzuola profumate, ancora nuove, che sanno di lavanda, questo possiamo fare, padre, adesso, e lo facciamo, con tutto il nostro cuore, asperge me hyssopo et mundàbor, lavabis me, et super nivem dealbàbor, audìtui meo dabis gaudium et laetitiam, et exultabunt ossa humiliata, requiem aeternam dona eis domine, et lux perpetua luceat eis, requiescant in pace, amen, devo tornare a bologna mamma, adesso, per via del lasciapassare, ne ho bisogno, stai a casa giovanni, però senza, non posso far più niente, non mi muovo, e poi voglio passare in seminario

Don giovanni, ti han rastrellato anche te? no, sono sceso, per farmi dare un documento, ma stai qua, finché non passa, no, non posso, cosa leggi, è inglese quello? è inglese, sì, giusto le cose basilari, e dì: si trova? te lo regalo, sei tu sul fronte adesso, grazie, ma se i tedeschi te lo trovano? i tedeschi? quelli hanno altro a cui pensare, i partigiani? i partigiani sì, tu cosa fai? io sono il prete di tutti, parlo a tutti, se non scendono loro salgo io, che dio ti aiuti don giovanni, ciao

Che lusso tornar su in macchina, giovanni, siamo guardati a vista, sorvegliati, non si fidano più, ci stanno addosso, con questa carta devon lasciarmi libero, può darsi che non basti, stai attento, chiuditi in casa, non muoverti di lì, almeno finché van via, cos'è successo? han trasferito il comando qua da noi, ieri alle tre, chi è che ha buttato tutti i libri per terra? il capitano, è uno nuovo, tarchiato, lo vedrai, sono sette ufficiali, stan di sopra, i soldati una quarantina, nella scuola, vai a vedere, sembra una caserma, l'archivio lo trasportiamo dentro, in chiesa, dietro l'altare c'è una cassa, aiutatemi, se il capitano vi ordina di lavare, di cucinare, di stirare, allora fatelo, ma solo se lo ordina

Signore, mi hai chiuso qua, legato qua, perché? hai fatto della tua casa una prigione, e di me un prigioniero, cosa chiedi, a questo mucchio d'ossa? padre, dimmelo! e parla forte signore, sono sordo, ci sento poco, ci sento quasi niente, quando dio non lo senti fai un gioco, e pensa questo: per oggi dio sei tu, decidi tu dove portare il mondo: verso l'amore, la pietà, la vita? o verso l'indifferenza, la ferocia? il gioco è questo: fai quello che vorresti, facesse dio, allora troverai dio come lo vuoi, e capirai che è stato lui, il tuo dio, a dare soffio a questa povera carne

Che buon profumo, abbiam dovuto cucinare, c'è una festa, il capitano compie gli anni, don giovanni, ci hanno ordinato di andare anche noi, dicon che vogliono ballare, che una festa, senza le donne non è festa, annina, carla, non c'è da aver paura, questa è la casa del signore, e sono io il custode qua, dormo in cucina adesso, avete visto, come un vero custode, un vecchio servo, state tranquille, non succederà niente

Io non sono così forte signore, se io non vedo che ci sei, anche soltanto un po', quello che basta, in chi mi sta di fronte allora tremo, mi conosci, rivestimi di te signore, coprimi, e non temerò nulla, guten abend, was macht der pfarrer? er kommt mit, und warum? er war nicht eingeladen, ich weiss das, herr pfarrer, das ist kein platz für ihnen, ein geburtstag, molti auguri capitano, come parroco, di questa chiesa dove state anch'io ho sentito, il dovere di venire, kein problem, sie können zum bett gehen wenn sie wollen, aber natürlich erstens ein glas wein

A un certo punto, dopo cena, voi direte: siamo stanche, don giovanni accompagnateci, io lo dirò ai soldati e ce ne andremo, kapitan, di medken sind ser mude kapitan, ik muss si zum bett bringen, gute nakt, aber dann komm züruck, hier, verstanden? sì capitano, torno qui, va bene

Di medken haben angst, hanno paura, tutti han paura, si sind kaine soldaten: frauen, kinder, es war ein fest, che festa è capitano una festa, con gli invitati che tremano, han paura, ich hat befehlt, die mädchen hier zu lassen, verstehen sie be-feh-len? me l'ha ordinato capitano, ho capito, ma io non sono un soldato, sono un prete, i miei ordini li prendo da qualcuno, che sta più in alto, kapitan, befehl von himmel, von gott, ach, theologie, das interessiert mich gar nicht, das war befehl und sie haben nicht gehorcht, anche voi avete disobbedito capitano, avete ucciso bambini, donne, vecchi, wollen sie mir sagen, pfarrer, was ich machen soll oder nicht soll? doveri verso dio ne abbiamo tutti, capitano, wir alle haben flikte bevor gott, ja, ja, pfarrer, danke für die predigt, nemmeno i morti ci fate seppellire, siete bestie? wollen sie tote begraben? es gibt viele, komm mit mir morgen, sie werden alles mit ihren augen sehen

silenzio

Sì, verrò su a san martino con lei, domattina, befehl, und auk ain flikt, kapitan, in questo caso, i suoi ordini sono anche i miei doveri, gute nakt, du wirst auch dein ausheben, priester

Dov'è che sono? dov'è che mi hai portato? non ha piante, né giardini la notte, solo il silenzio di questa dispensa, la camera di un servo, com'è giusto, com'è appropriato questo scenario, mio dio, i salami al soffitto, le conserve, i mucchi di cipolle, i sacchi pieni di fagioli, di patate, i topi che rosicchiano le travi, e sotto io, inginocchiato a questo pagliericcio, a parlare con te, signore, guarda, alla luce di due candele dell'altare, mi preparo, a che cosa? dovrei dire, come cristo anch'io pater, si vis, transfer calicem istum a me? non mi viene, perché? dov'è che mi hai portato, dove sono? sono già via? non piangete per me, questa notte, non ha nulla di oscuro, lo capisco, sei arrivato fin qua, giovanni, avanti, ti manca un passo, pensa a quanti ne hai fatti, per arrivare fin qua, vai avanti, ma sì, son qui, va bene, sto arrivando, non ho nemmeno bisogno di spronarmi, mi calamìti a te, signore, vengo

il capitano ti cercava, buongiorno, è già salito a san martino, vado, aspetta, fai colazione prima, no, non andare giovanni, ciao, ma quando torni? quando ritorno mi vedrete, ciao


Bologna, ottobre-novembre 2013
NOTA

Ho scritto questo testo sull'ultimo anno di vita di don Giovanni Fornasini, medaglia d'oro al valor militare, parroco trentenne di Sperticano, una manciata di case tra Monte Sole e il fiume Reno, i luoghi della strage nazista dell'autunno 1944, nella forma di un susseguirsi di voci, in primis quella del giovane pastore, per provare a far rivivere una comunità in un momento tragico della sua storia.
E' elemento storicamente acquisito questo rapporto profondo trai tre parroci uccisi a Monte Sole, tra cui don Giovanni, e le loro comunità, così come tra la brigata partigiana Stella Rossa, nata sul sagrato della chiesa di Vado, e la popolazione. La metodicità terribile della strage ha come fine proprio l'annientamento definitivo di questi legami. Se don Ubaldo Marchioni, il sacerdote morto a Casaglia nella chiesa coi suoi parrocchiani, o lo stesso Lupo Musolesi, comandante della Stella Rossa, sono nati in quelle terre e in quelle terre scelgono di morire, altri, come don Giovanni Fornasini, vi arrivano e le sentono subito come terreno di elezione. Il caso di don Giovanni è quello per molti versi più luminoso e le testimonianze colpiscono per l'unanimità commossa nell'indicarlo addirittura come l'angelo di Marzabotto. Nello scrivere di lui ho cercato però di stare lontano dall'agiografia, fin dal titolo, nel quale anzi sottolineo, come ci suggerisce anche un brano dei diari dello stesso Fornasini, che il rapporto con la santità riguarda ogni cristiano. Nel parlare di figure così belle mi sembra sempre importante interrogarle e interrogarci su che cosa possiamo imparare, e condividere, soprattutto rispetto ai più giovani, che hanno sete di vita vera e a cui noi adulti, troppo spesso, diamo invece tutt'altro che acqua fresca. E' proprio la freschezza una delle virtù più sicure della vita di don Giovanni, una freschezza montanara, potente, che ci arriva da quegli anni attraverso la nebbia di una memoria che è sempre a rischio di retorica o di appropriazioni ideologiche. Paradossalmente, proprio una certa difficoltà delle parti ad appropriarsi definitivamente di una memoria complessa come quella che Monte Sole incarna, ha preservato intatta la figura di questo giovane prete, piccolo maestro provinciale, seguace del vangelo fino all'ultimo.

Per la biografia di Giovanni Fornasini ho seguito il capitolo L'angelo di Marzabotto del bel libro di Luciano Gherardi Le querce di Monte Sole, Il Mulino, 1986; un ottima, recente sintesi storica di quei fatti e del rapporto tra quei fatti e la chiesa di Bologna è Chiesa e Resistenza: il caso Monte Sole di Alessandra Deoriti, in Chiesa in Italia, Edizione 2011, Annale de Il Regno, EDB, 2013; per inquadrare la vicenda di don Giovanni Fornasini all'interno del rapporto tra chiesa e resistenza mi sono state veramente preziose, e alcune le ho riportate dentro il testo, certe riflessioni di Primo Mazzolari, specialmente in La resistenza dei cristiani, La Locusta, 1965 e I preti sanno morire, EDB, 1984; in due momenti del testo ho sentito forte il collegamento con una figura contemporanea, padre Paolo Dall'Oglio, gesuita, tuttora scomparso in Siria, e mi sono permesso di trasportare certe sue riflessioni dal deserto all'appennino, prendendole da quel libretto straordinario che è: Guyonne de Montjou, Mar Musa, un monastero, un uomo, un deserto, Paoline, 2008; infine, nella trascrizione delle parti di liturgia in latino ho usato il Rituale Romanum, Marietti, 1941, forse quello stesso usato dal mio protagonista, mentre per la Bibbia ho usato la Vulgata della Deutsche Bibelgesellschaft, 1969.

Ci sono molte citazioni evangeliche sparse nel testo, e ritorna più volte, in quanto salmo del rito delle esequie, rito che don Giovanni, nel suo ultimo anno, eseguì suo malgrado molte volte, lo splendido Salmo 50, mentre l'impressionante profezia all'inizio della seconda parte, quando i tedeschi salgono a Monte Sole, è in Amos, 5,18-20 e 8, 9-10.

Ho scritto il testo nell'autunno 2013, ospite della Biblioteca Giuseppe Dossetti di Bologna. Fu proprio Dossetti, nel 1985, a salire di nuovo, quarant'anni dopo, a Monte Sole e a scegliere di abitarvi, con la sua Piccola Famiglia monastica, ed è nel cimitero di Casaglia che Dossetti riposa, tra le vittime innocenti della strage di cui qui si racconta.

Il testo è scritto come un susseguirsi di voci, interiori e reali. La successione di queste voci è scandita graficamente da un cambio continuo tra corsivo e diritto, che significa un cambio di voce. La trascrizione del tedesco parlato da don Giovanni è volutamente colloquiale e scorretta, sappiamo che qualche parola la parlava, ma di certo non la scriveva. Corretta invece è la grafia delle frasi dei soldati tedeschi. Riporto qui di seguito la traduzione di quei casi in cui il tedesco non è del tutto comprensibile, perché non è tradotto o parafrasato da frasi successive di don Giovanni:

Pag. 2: "Guten morgen soldaten..." Buongiorno soldati, devo seppellire il morto, portarlo in chiesa, sono il parroco, don giovanni fornasini, mi conoscete, il parroco di sperticano, ecco la carta, sì, grazie.

Pag. 3: "Kapitan ik muss..." Capitano devo parlarle, il treno, è stato un incidente capitano, non è stato un attentato, il cantoniere, primo zecchi, ha confessato, ho i testimoni, lui era solito rubare la benzina, e ieri: bum! un grande fuoco, un incidente, zecchi, ha confessato, in ospedale, ho i testimoni, e qui la confessione, legga, la prego, è stato tutto un errore, capitano, un equivoco.

Pag 4: "kapitan, neme mik..."Ecco il testo dell'episodio per cui Fornasini fu paragonato a padre Kolbe: prenda me capitano, uccida me, questa gente ha famiglia, donne, bimbi, dice don Giovanni al capitano, nel suo tedesco elementare, al che questi gli risponde: ma è impazzito? lei scherza con il fuoco! e, dopo il 'no, non scherzo' del parroco, il soldato conclude: lo so bene, verrà presto esaudito!

Pag. 6: "Wo sind die partisanen?..." Dove sono i partigiani? tacete? domani ammazzare voi se non parlare!...e riguardo alla promessa fatta dal precedente capitano della Wehrmacht a don Giovanni, risponde il giovane SS: adesso qui il capitano sono io, pretìno!

Pag. 8: "Guten abend"...La scena della festa è la vigilia dell'assassinio di don Giovanni, nulla si sa di certo su come sia andata, anche se uno scontro verbale tra il parroco e l'ufficiale SS dev'esserci stato, ecco in ogni caso il testo di questo dialogo immaginario: che cosa fa il parroco? viene anche lui, perché? non l'ho mica invitato, lo so bene, signor parroco, questo non è posto per lei, una festa...e alle parole di ospitalità d'ufficio di don Giovanni, che sottolinea che ci si trova tutti in una canonica, il capitano risponde: nessun problema, può andare a letto se vuole, ma naturalmente prima beva un bicchiere di vino

Pag. 9: "kapitan, di medken..." come concordato con le ragazze, il parroco dice: capitano le ragazze sono stanche, le accompagno a dormire, buona notte, al che risponde il capitano: lei, però parroco poi, ritorni qui, capito?

Pag. 9: "Di medken haben angst..." L'ultimo dialogo testimoniato tra il parroco e l'SS è concitato e le due lingue, italiano e tedesco, si inseguono per minacciare, difendersi, definire i propri ambiti e il proprio potere. "Di medken haben angst": le ragazze hanno paura, dice Giovanni Fornasini, e prosegue: "si sind kaine soldaten: frauen, kinder": non sono dei soldati, sono donne, bambini; ma il capitano incalza, come offeso: "es war ein fest": era una festa, e ancora: ich hatte ihnen befehlt, die mädchen hier zu lassen, verstehen sie be-feh-len? e io le avevo ordinato, di lasciar qua le ragazze, lo capisce? or-di-na-to? A questo don Giovanni oppone allora i suoi 'befehl von himmel, von gott', doveri verso il cielo, verso dio, che non commuovono il soldato: "ach, theologie, das interessiert mich gar nicht, das war befehl und sie haben nicht gehorcht, puah, teologia, non mi interessa, io ho dato un ordine e lei non l'ha eseguito", ma il parroco gli fa notare che i tedeschi, anche i tedeschi hanno disobbedito, e fatto strage di inermi, e il capitano: "wollen sie mir sagen, pfarrer, was ich machen soll oder nicht soll? mi sta forse dicendo, signor parroco, quello che dovrei fare o non fare?"e ancora: "ja, ja, pfarrer, danke für die predigt, sì signor parroco, grazie per la predica", e infine, all'allusione sui morti insepolti, con don Giovanni che per un attimo perde la sua freddezza, così risponde il capitano: "wollen sie tote begraben? es gibt viele, komm mit mir morgen, sie werden alles mit ihren augen sehen, vuole seppellire dei morti? ce n'è molti, venga con me domattina, vedrà ogni cosa con i suoi stessi occhi", e per chiarire ulteriormente: "befehl, è un ordine", "e anche un dovere, und auk ain flikt"precisa con orgoglio don giovanni, e il capitano, trai denti, mentre il parroco esce: "du wirst auch dein ausheben, priester, scaverai anche la tua di tombe, prete".